Alle spalle di questi locali voltati, si aprono altre due sale divise da tramezzi, uno, probabilmente un cubicola, e coperto con volte a botte e un salone attiguo alle scale. Pare che la scoperta della villa sia cominciata proprio da questa locale, (infatti si nota il foro da cui si calarono gli scopritori dei locali).
Le pareti di questi ambienti sono affrescate secondo lo schema del III stile in voga allora a Pompei, secondo lo schema dell’oecus della casa di Loreio Tiburtino. Comune agli ambienti è la presenza di uno zoccolo a fondo nero e rosso, ripartito da linee sottili, in spazi quadrangolari in cui sono inseriti elementi decorativi policromi con piccoli elementi vegetali al centro.
La parete è divisa in grandi pannelli che presentano medaglioni ed elementi figurati e quadretti trattanti soggetti mitologici o figurati. Un ambiente, denominato “sala della musica”, presenta al di sotto della cornice, che segna il punto di imposta della volta, un’altra fascia decorata con fregio rettilineo con elementi vegetali da cui pendono strumenti musicali.
Il percorso continua attraverso dei cunicoli scavati nelle mura della struttura, forse relativi alla scoperta della stessa, e si accede a vani che avevano costruzioni relative alla manutenzione della villa da parte degli schiavi. Si notano infatti, sostruzioni che contenevano le fornaci per il riscaldamento dell’acqua e dell’aria nell’impianto termale e scalette che servivano agli schiavi simmetricamente disposte ai lati del triclino per la manutenzione delle tubature e dell’acqua che passava per la stanza triclinare. Superati questi ambienti si accede ad alcune sale di rappresentanza denominate